Probabilmente pecco di ingenuità, ma non ho mai dato credito ai sospetti sulla presunta operazione politica che ci sarebbe dietro la ricostituzione dell’associazione culturale Arco di Castruccio, con sede in Montopoli, nei locali messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale.
Non mi ha mai neppure sfiorato il sospetto che dietro la facciata dell’associazione si nasconda un gruppo di potere con interessi diversi dalle finalità dichiarate nello statuto.
Al contrario, credo che le sue relazioni con la Pro Loco montopolese, la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e alcune grandi imprese che lavorano sul territorio, siano utili e necessarie per la promozione delle attività tese a valorizzare il patrimonio artistico e culturale del nostro territorio.
Credo anche nella Politica intesa come partecipazione e ritengo legittimo che l’assemblea degli iscritti di un’associazione culturale, qualunque essa sia, possa prendere posizione sui principali temi dell’attualità politica.
Ciò premesso, a meno che qualcuno abbia avuto la pensata di utilizzare lo stesso nome dell’associazione per millantarne il credito, ritengo un grave errore aver trasformato l’associazione in un comitato elettorale a sostegno del SI, in vista del referendum istituzionale del 4 dicembre.
Per citare una recente e importante iniziativa dell’associazione, non credo che Alessandro Manzoni e Gino Capponi , un secolo e mezzo fa, si siano incontrati nella villa di Varramista per discutere del CNEL, del superamento del bicameralismo perfetto o di chi debba essere il futuro Sindaco di Montopoli.
L’Associazione è una risorsa importante per la nostra comunità e deve essere sostenuta con forza da tutti, a patto che persegua gli obbiettivi per cui è nata e non venga strumentalizzata per altri fini.